Tra pochi giorni partiamo per la Francia e l’entusiasmo cresce giorno dopo giorno. Questa volta andiamo a trovare una coppia di amici che vivono a Poitiers, una città nel centro della Francia a 3 ore e mezza da Parigi e 2 ore e mezza da Bordeaux. I collegamenti aerei con l’Italia non sono dei migliori, la cosa più semplice era passare da Parigi sia all’andata che al ritorno. Tappa obbligata insomma, ma tant pis ! Siamo felicissimi di tornare con Mia in quella che consideriamo, a tutti gli effetti, la nostra seconda casa.
Ne approfitteremo per ritornare nei posti del cuore, far scoprire a Mia cose nuove della sua città natale, ma sopratuttto vogliamo trascorrere tanto tempo con quello che più ci manca di Parigi: gli amici. Quando vivi all’estero diventano la tua famiglia adottiva, e si instaura un rapporto così forte che possono trascorrere mesi, anche anni, prima di rivederli, ma poi quando succede è come se non ci si fosse lasciati mai.
Di persone speciali a Parigi ce ne sono diverse. In un precedente articolo vi avevo già parlato di Julie, la maestra dell’asilo nido di Mia. Oggi ve ne voglio presentare altre 2, Marzia e Zoraida.
Marzia
Marzia (o meglio, Zia-Mar) è un’amica di vecchia data mia e di Matteo fin dai tempi dell’Erasmus nonché zia parigina a tutti gli effetti di Mia. Zia-Mar è stata la prima persona a sapere dell’arrivo di Mia, rischiando di cadere per le scale della metropolitana. Ha visto la pancia crescere, giorno dopo giorno, e la prima volta che l’ha sentita muoversi, con il suo tipico cinismo che ormai tutti noi conosciamo ha urlato “Che schifo, hai un alien dentro alla pancia!”. Mia ha deciso di nascere prima, fregando zia-Mar che in quei giorni era in vacanza con il fidanzato di turno. Quando sono rientrata a casa dall’ospedale con le tette doloranti e il mio fagottino, c’era lei ad aspettarci dietro alla porta.
Zia-Mar è quella che ha voluto fare subito un corso accelerato di cambio pannolino, sterilizzazione biberon, bagnetto senza affogamento perché si sa, a Zia-Mar piace sapere tutto di tutto. E’ quella che l’ha voluta prendere in braccio subito e ha rischiato di spezzarle il collo a 3 giorni dalla nascita (“Ah ma quindi non tiene la testa su da sola!?”). Zia-Mar è quella che ci ha fatto da babysitter quando Mia era malata e noi avevamo finito le ferie (e lì, tanto tranquilli non eravamo, ma confidavamo nel potere di Google visto che Zia-Mar è una digital addicted).
Durante l’ultimo viaggio a Parigi, abbiamo soggiornato a casa di zia-Mar e come ai vecchi tempi ci siamo sparati molteplici episodi di “Non Elucidé” (nonostante il titolo piuttosto esaustivo, c’è voluto un po’ prima che Zia-mar capisse che erano casi di cronaca nera irrisolti e che non avrebbe mai scoperto l’assassino). Mia si era divertita molto a giocare con la sua gattona nera, Maki, era stata in ufficio da lei a Aufeminin.com e aveva preparato un tiramisù per la sua festa di compleanno in un locale di Parigi. Eh sì, perché Mia ha iniziato presto a frequentare la Parigi-by-night!
A maggio Zia-Mar è venuta a trovarci a Lucca con tantissimi regali per Mia e siamo stati con lei a visitare la Grotta del Vento. Abbiamo conosciuto anche il suo nuovo fidanzato: che sia quello giusto questa volta?
Zoraida
Ho conosciuto Zory nel 2011 e la prima cosa che ho pensato è stata: “Perché questa spagnola è alta come una svedese?” (avevo scoperto poi che veniva dalle Canarie, quindi spagnola per modo di dire). Era il primo giorno di stage per entrambe, in un’azienda sugli Champs Elysées, ed era bastato pochissimo tempo per capire che avevamo tante cose in comune: entrambe sbarcate in Francia come insegnanti di lingua all’estero, sole nella giungla parigina e un amore incondizionato per la lingua francese, un po’ meno per lo stile di vita parisien. Lei era fidanzata da poco con un ragazzo franco-colombiano specializzato in feste da urlo (un paio di anni fa hanno celebrato un non-matrimonio ed è diventato il suo non-marito), io invece ero in piena crisi sentimentale-esistenziale.
Gli uffici di Booking.com hanno fatto da sfondo al nostro rapporto di colleghe e amiche, che si è rafforzato nel tempo, anno dopo anno, fino a farla diventare una delle più care amiche che abbia. Ci siamo sempre state, l’una per l’altra, sia nei momenti belli che in quelli tristi. Zory è quella che ha immortalato con la Reflex gli ultimi giorni di pancione sbarcando a casa mia con gadget surreali (persino una zucca!), è quella che ha cucito il fiocco per la nascita di Mia, è quella che di fronte alle mie crisi di neo mamma in simbiosi h24 con un neonato, mi ha riempito il frigorifero di tapperware pieni di pranzi pronti al consumo, è quella che si è offerta di rimanere con Mia una sera per far uscire me e Matte dopo mesi, mesi e mesi di genitorialità a tempo pieno (e per spaventare la baby-sitter, Mia aveva deciso che l’unica volta in cui sarebbe caduta dal letto sarebbe stata…. proprio quella sera!).
Zory è quella che fa esperimenti di ogni tipo (ricordo churros duri come il marmo), è quella che in un lapsus canoro mi ha letteralmente fatto morire dal ridere (“Oh Parmigianoooo, portami viaaaa”). Zory è quella che al mio matrimonio ha letto una lettera strappalacrime davanti a tutti gli invitati dove raccontava che per anni sono andata in giro dicendo che la parola matrimonio mi faceva venire l’orticaria, facendomi capire 2 cose: che da quel giorno la mia credibilità era finita nel cesso e che, ogni tanto, cambiare idea nella vita è la cosa più bella che ci sia. Infine, Zory è probabilmente anche una delle poche spagnole al mondo a conoscere il programma televisivo italiano “Chi l’ha visto?” e la storia dell’omicidio di Yara Gambirasio nei minimi dettagli, eppure, nonostante ciò, mi vuole sempre bene.
Bello ritornare!
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